Luigi Dal Prà
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Non è più Real
È una domenica dell’orrore, quella del 12 dicembre 1978, in casa Lanerossi Vicenza. La squadra di G.B. Fabbri pare aver abbandonato definitivamente il suffisso Real e naviga al penultimo posto della classifica di Serie A; eppure al mercato estivo al presidente Farina è riuscito lo scherzo di riscattare il bomber Paolo Rossi (Pablito lo sarebbe diventato poco più avanti), confermare Fabbri in panchina e affidarsi all’esuberanza giovanile di Briaschi unita alle capacità del vecio Ernesto Galli tra i pali, Faloppa con il 10, Callioni, Paolo Rosi (con una s…) e via via una rosa che pare competitiva per sognare come la stagione precedente.

Toro scatenato
Quel giorno a Torino il ciclone non è Pulici, che segna il gol d’apertura dopo appena un quarto d’ora e coglie pure una beffarda traversa, bensì Ciccio Graziani, il quale mette a referto un tris davvero invidiabile spalmato tra il quarantaseiesimo e l’ottantaseiesimo minuto.
Proprio un minuto prima dello scoccare del quarto centro, però, il L.R. Vicenza, per mano di Mister Fabbri, effettua il cambio che toglie Bonafè e inserisce un giovane mediano del vivaio biancorosso, Luigino Dal Prà! Il ragazzo è un vicentino Doc, è nato a Cogollo del Cengio nel 1961 e ha fatto tutta la trafila nel Settore Giovanile della squadra di Farina, quell’esordio non è il massimo nel risultato ma è un momento indimenticabile nella testa di un giovane che voleva davvero arrivare e sa che il punto non è un arrivo bensì una partenza.
Retrocesso ma promosso
Il Lanerossi purtroppo a fine stagione retrocede in cadetteria, Dal Prà è confermato e con Ulivieri in panchina comincia a entrare in pianta stabile tra gli adulti: nove presenze con la prima alla ventiseiesima e due reti (a Cesena e Bari) sono il piccolo ma significativo contributo a un quinto posto che sa di occasione mancata; biancorosso anche la successiva stagione, mette assieme altri 15 gettoni che non servono a evitare la caduta in C1 nonostante l’intervento in panchina del mago Viciani (per Savoini).
Il ragazzo è legatissimo alla squadra della sua infanzia e non esita a mettere a disposizione i suoi polmoni anche in terza serie, si ferma fino al mercato di riparazione del 1983 collezionando cinquantasei presenze condite da quattro reti e tanta volontà che gli vale la chiamata in B dell’alabarda Triestina.
Seconda patria
A Trieste il forte mediano trova una seconda patria, si ferma fino al 1988 diventando un punto fermo di una squadra che sfiora il clamoroso ritorno in A prima con Giacomini e poi con Enzo Ferrari; l’esperienza si chiude con la retrocessione in C1, arrivata anche a causa di cinque punti di penalità risultati poi decisivi.
Benvenuto al Sud!
I polmoni di Dal Prà sono tra i più richiesti della seconda serie, ad accaparrarseli ci pensa l’Avellino, sceso dalla Serie A dopo dieci stagioni filate: gli irpini vogliono risalire immediatamente e quando scelgono Enzo Ferrari come trainer, lo stesso si porta dietro il Luigino settepolmoni.
Ferrari salterà dopo sole tredici gare, ma Dal Prà sarà insostituibile anche per il successore Fascetti, trentuno gare, due reti, un ritorno in A sfiorato e un infortunio che lo terrà lontano dai campi per ben sei mesi.
Ma ad Avellino apprezzano le qualità del giocatore, lo attendono e lui rientra a gennaio del 1990, vittoria sul Messina e una quindicina di presenze in un deludente dodicesimo posto che se ci fosse stato dall’inizio chissà…
Nell’estate delle notti magiche (serve dire l’anno?), Dal Prà opta per la Spal, una nobile decaduta relegata addirittura in C2, con i ferraresi non va benissimo a livello numerico, solo undici presenze, utili però a raggiungere lo spareggio, poi vittorioso, con la Solbiatese, nel quale gioca 90 minuti.
Viale del tramonto
La C1 del 1991-92 la disputa con la maglia della Salernitana, ancora Campania nel destino del mediano: con i granata mette a segno due reti in venti presenze, una delle quali nella vittoriosa trasferta di Barletta; la stagione vive nel cambio tecnico tra Simonelli e Burgnich che porta a un quinto posto finale, in squadra Urbano, D’Isidoro, Pecoraro Scanio, una “rosa” più che discreta.
Con l’esperienza salernitana, Dal Prà conclude la carriera di calciatore professionista: sono passati quattordici anni da quel lontano Torino-L.R. Vicenza, non sono bastate 220 presenze in B con tre promozioni sfiorate per riprovare l’ebbrezza della massima serie, una categoria che Luigino avrebbe certamente meritato di frequentare più a lungo!