Joe Jordan – Figli di un Calcio Minore
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Era il 9 maggio del 1980, quando il Consiglio Federale decise che era ora di riaprire le frontiere, la Corea e il Mondiale 1966 erano ormai lontani e si optò per permettere nuovamente l’ingresso di calciatori stranieri nel nostro campionato, uno per squadra però.
Ne arrivarono undici, dai mitologici, fenomenali Krol e Falcao, alle scoperte Juary e Van De Korput, fino ai flop come Luis Silvio, mitologico a suo modo; cinque squadre (su sedici) scelsero di non acquistare calciatori stranieri, ma al Brescia andò male lo stesso, visto che al termine della stagione finì in B con Perugia e Pistoiese.
Queste ultime due si liberarono dei loro giocatori stranieri: Luis Silvio (Pistoiese) rientrò in Brasile, mentre Elio Sergio Fortunato scelse il sole di Las Palmas per dimenticare un campionato (quello italiano) che, forse, non l’aveva capito.
Il primo straniero “cadetto”
Si deve perciò attendere la stagione 82-83 per vedere una faccia da straniero nel campionato di Serie B, ed ecco che il Milan, fresco di retrocessione sul campo, conferma “Lo Squalo”, alias Joe Jordan (le altre due retrocesse, Como e Bologna, lasciarono andare Mirnegg e Neumann); scozzese classe 1952, Jordan ha fatto parte della sciagurata banda del “povero” diavolo rossonero che al termine del torneo 81-82 è mestamente scivolata nell’inferno della cadetteria, due reti in ventidue gare il contributo dello scozzese al suo esordio in Italia.
Jordan ha comunque un passato di tutto rispetto, dopo gli inizi nel Greenock Morton ha militato, tra il 1970 e il 1981, sia nel Leeds che nel Manchester United, totalizzando qualcosa come 279 gare di campionato e 72 reti; in Serie B, perciò, sarà un centravanti di tutto rispetto, sul quale il Milan conterà per risalire immediatamente al piano superiore e i tacchetti dei difensori avversari saranno affiliati.
Battesimo con la Samb
La “prima” di uno straniero (dopo la riapertura) in cadetteria non poteva che essere alla “Scala”, infatti il 12-9-1982 va in scena Milan-Sambenedettese per la prima giornata di campionato e lo Squalo ha il 9 sulla schiena, gioca novanta minuti senza infamia né lode e i rossoneri incappano in un 2-2 recuperato dai marchigiani di Sonetti, andati in doppio svantaggio dopo mezz’ora di gioco, insomma buona la prima non si può proprio dire nell’occasione.
Il gioco di Jordan, poca tecnica e molta fisicità, si adatta comunque alla nostra seconda serie e Joe riesce a trovare la prima rete alla quarta giornata in quel di Campobasso, dove il Milan vince (0-2 il finale con raddoppio di Cuoghi) e lui comincia un trittico che lo porterà in testa alla classifica cannonieri; alla quinta segna una rete nel 3-1 casalingo sul Bari, la settimana successiva fa doppietta nel roboante 4-1 di Monza e bissa la doppia segnatura la domenica successiva nel 5-0 casalingo inflitto al Bologna, morale 6 gol in sette giornate e re dei marcatori davanti a Giordano (Lazio) che ne ha siglati 4.
Una settimana di stop e poi la rete, inutile, nella partita che consegna la Cavese alla storia, i metelliani sbancano San Siro con una doppietta di Tivelli che rende vano il gol dello Squalo; da lì al termine del campionato la vena realizzativa di Jordan si perderà un po’, le marcature degli avversari si stringono ulteriormente e lo scozzese va in gol un paio di volte a gennaio (contro Reggiana e Pistoiese) e ancora a metà marzo nel 4-0 inflitto al Monza.
Questa sarà la decima e ultima rete in campionato per Jordan, che comunque manterrà per tutta la stagione il posto da titolare totalizzando 30 gare in un torneo terminato con il ritorno in A del Diavolo e nel quale la batteria d’attacco rossonera si distinguerà particolarmente.
Alle dieci reti dello Squalo, infatti, si aggiungeranno le altrettante di Damiani e Verza, più le otto di Serena, capocannoniere il centrocampista Battistini con undici gol, 77 il totale, una marea per l’epoca!
Dopo di lui…
Il dado è tratto, dopo Jordan arriveranno gli Uribe con i Pedrinho, Luvanor e Nastase assortiti, ma Joe Jordan, con quel soprannome, non poteva che essere il primo.
Ma come finisce l’avventura dello scozzese? Salito in A con il Milan, passa al Verona dove vive una stagione da comprimario (12 gare e 1 gol il magro bottino) per poi rientrare in terra d’Albione e disputare un quinquennio tra Southampton e Bristol City, proprio da quest’ultima società avvierà poi la carriera da tecnico che lo vede in pista ancora oggi. E chissà se lo sa che quel 12 settembre è entrato nella storia della nostra Serie B!