L’ultimo passo di Samb
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L’ultimo passo della Sambenedettese
Una delle “piazze” più colpite dalla follia del calcio moderno è sicuramente quella di San Benedetto del Tronto e della sua Sambenedettese, un tempo assidua frequentatrice del campionato di Serie B e oggi relegata, con non poche difficoltà, tra i gironi infernali della Serie D.
L’ultima apparizione cadetta del glorioso sodalizio rossoblù, fondato nel 1923, è datata 1989, quando nonostante un buon nocchiero come Enzo Riccomini, non si riuscì ad attraccare la navicella marchigiana al porto della salvezza; tutto questo nonostante un discreto girone di ritorno e una “rosa” composta da giocatori di buona levatura, alcuni a fine ciclo e altri all’inizio di carriere che poi regaleranno buone soddisfazioni.
La campagna acquisti
La stagione precedente la Samb (abbreviativo coniato soprattutto per esigenze giornalistiche e di schedina) aveva ottenuto un tranquillo 14esimo posto guidata da Angelo Domenghini e per quella a venire puntava ad altrettanto; partiti i big Ferron, Di Fabio, Galassi, Luperto e Saltarelli, la campagna acquisti aveva portato in rossoblù il biondo Mangoni e Franco Ermini dall’Arezzo, il roccioso Marcato dal Piacenza, il tecnico Valoti dal Parma, più Torri (riserva a Cremona), il giovane Sansonetti (portiere scuola Inter), il mediano Ferruccio Mariani dall’Avellino e l’ala Elia Roselli proveniente dalla C1, disputata con la casacca del Rimini.
Falsa partenza
Aggiunti gli acquisti ai riconfermati Andreoli, Bronzini, Danilo Ferrari, Nobile, Salvioni e Pirozzi, più i giovani da lanciare in pianta stabile (Bonaiuti, Cardelli e Ficcadenti), ecco che dalle parti del Riviera delle Palme tutti si aspettavano un campionato tranquillo; invece la stagione incomincia in salita e già alla quarta Domenghini viene silurato dopo che la squadra ha raccolto un solo pari e tre batoste, alla quinta in panchina siede lo storico preparatore dei portieri Persico che ottiene un nulla di fatto a Empoli, poi dalla sesta arriva Riccomini, il quale esordisce in casa con una sconfitta di misura a opera del Parma.
Il buon Enzo ha le sue gatte da pelare, la punta Pirozzi si è infortunata alla quarta giornata così al mercato di riparazione si punta su Amerigo Paradiso, reduce da buone stagioni in C1 alla Spal; la squadra però fatica tremendamente a segnare, alla decima ha messo in rete solamente tre palloni (tutti Ermini, non proprio uno sfondareti) e langue disperatamente in fondo alla classifica.
Riccomini infonde a poco a poco un po’ di sicurezza alla squadra, si ha un sussulto intorno al finire dell’andata che riaccende la fiammella della speranza, la Samb infatti vince la sua prima gara, con il Brescia alla quindicesima (1-0 rete di Mariani), e si ripete la settimana successiva a Taranto (0-2, Sopranzi e Torri), poi pareggia al “Riviera” con Piacenza e Avellino, chiudendo a metà stagione sì ultima ma a sole quattro lunghezze dalla salvezza.
Lunga agonia
Il girone discendente vede una squadra che si batte domenica dopo domenica con il coraggio e la forza della disperazione, raccoglie 19 punti tra i quali i due che il 14 maggio affossano il super Genoa di Franco Scoglio, frutto della stoccata del difensore Lucio Nobile; nonostante ciò, la squadra non esce mai dalla zona rossa della graduatoria, pare sempre sul punto di accelerare ma questo non avviene e il de profundis suona alla trentasettesima giornata, la Samb è terz’ultima a una lunghezza dalla salvezza, 30 infatti sono i punti dei rossoblù contro i 31 di Empoli e Brescia.
Suicidio con il Licata
La Sambenedettese deve giocare in casa con il Licata e l’Empoli ospita il Piacenza, mentre i lombardi vanno a Parma e paiono gli sfavoriti; a Empoli termina in goleada per i padroni di casa (3-0), il Brescia strappa un preziosissimo pari in terra d’Emilia e la truppa di Riccomini si suicida sbagliando un rigore in apertura (12′) con Ermini e successivamente subendo la rete ospite a ripresa ampiamente avviata (73′ La Rosa); a quel punto i rossoblù sono matematicamente condannati alla C1, chiudono il campionato con il pari di Avellino il 18 giugno e la rete che firma l’1-1 è ancora oggi l’ultima segnata in Serie B dalla Samb. La firma (guarda caso) è quella di Franco Ermini.
Ridatele il nome!
Nessuno, quel giorno, poteva prevedere un futuro tanto nero: da allora la Sambenedettese è passata attraverso mille avventure, quasi tutte tragiche.
Ha vinto una Coppa Italia di Serie C a inizio 90, ha compiuto qualche risalita fino alla vecchia C1 o alla nuova C unica ed è stata vittima di discese rovinose addirittura in Eccellenza, tutto ciò fino alla recente perdita del nome caro a tutti gli appassionati.
La stagione ventura, infatti, dopo l’ennesima rifondazione, la squadra si chiamerà San Benedetto, ma dopo anni bui si vocifera che ci sia un progetto serio e supportato da persone del posto, perciò speriamo di rileggere presto quel nome abbreviato sulle pagine del calcio che conta. Dai, Samba!