Campione del Mondo!
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Campione del Mondo!
Piange l’Inter, stamattina sulle prime pagine di quasi tutti i quotidiani italiani, ma in fin dei conti – non avendo niente da perdere – è stata a un passo dal “miracolo”. Quello, il “miracolo calcistico”, ce lo regalerà stasera un ex piccolo interista che – a prescindere dal risultato finale – per me merita già oggi il titolo di Campione del Mondo.
Più o meno quello che scrissi un paio d’anni fa del Mancio, ben prima che Wembley celebrasse la sua e la nostra gloria. Perché Nino Nunziata, Ct dell’Under 20 che stasera si gioca il titolo mondiale, e Roberto Mancini, fateci caso, in comune hanno due cose: una vecchia (vecchissima? Ma loro mi sembrano così giovani…) amicizia con il sottoscritto e la capacità di fare le nozze con i fichi secchi.
Certo, le peripezie del Mancio per reperire giocatori “potabili” e portabili in Nazionale le conoscete tutti, perché se ne parla da tempo (e naturalmente non s’è mai fatto niente per migliorare).
Dagli oratori allo streaming
Le peripezie di Nino, credetemi, non sono da meno. Per costruire la “rosa” che stasera contenderà all’Uruguay il titolo mondiale, il Ct ha dovuto fare lo slalom fra lo scetticismo dei nostri stessi club, poco propensi a offrire alla patria il loro “oro” (molto meglio, per loro, monetizzare cedendoli all’estero: per informazioni, citofonare Casadei).
Perché quello del calcio italiano non è un mondo per giovani: giocano poco, invecchiano nelle giovanili e pure lì – provate a guardare gli elenchi dalla Primavera in giù… – devono fare i conti con l’esterofilia delle nostre squadre, che un tempo andavano negli oratori a scovare talenti e oggi i talenti li seguono in… streaming dall’estero.
Una vita da mediano
Così oggi un po’ tutti hanno scoperto che abbiamo una Nazionale Under 20 capace di arrivare alla finale della Coppa del Mondo: bello, vero? E allora, se permettete, in anticipo sullo svolgimento della partita, vorrei dirvi che secondo me, a prescindere dal risultato di Italia-Uruguay, Nino Nunziata è già Campione del Mondo.
Ha costruito una squadra a sua immagine e somiglianza (inesauribile, coraggiosa e con piedi più che buoni), è entrato nel cuore dei suoi ragazzi come un tempo faceva con i suoi compagni di squadra e sono arrivati – tutti insieme, nessuno escluso, come gli è sempre piaciuto – fino all’atto finale.
Per i più giovani e i più distratti, ricordo che Nunziata e il Padova arrivarono in Serie A con la squadra meno forte di quegli anni: li aiutò il cuore. Oggi non so se l’Italia è davvero la formazione più forte del Mondo. Sono però sicuro che sia quella con il cuore più grande. E il titolo al singolare non è un mio errore pacchiano: Nino, per me, è già Campione del Mondo.
Poi aspetto con fiducia che anche i suoi ragazzi, stanotte, ricevano la stessa medaglia: a quel punto, passeremo al plurale…