L’Ibra de noantri – Gianluca Scamacca
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Gianluca Scamacca
Il centravanti dell’Atalanta ha scelto Zlatan come modello di riferimento, e in effetti i punti in comune non mancano…
Ogni ragazzo, quando comincia a giocare a calcio, elegge il proprio idolo, un esempio da seguire e, se possibile, superare. Se il calciatore di riferimento che scegli è Zlatan Ibrahimovic, chiaramente non fai una scelta facile.
Che cosa serve, per essere Ibrahimovic? Beh, prima di tutto un fisico importante, abbinato a un repertorio tecnico da fuoriclasse. Infine, se vuoi fare le cose per bene devi aggiungere una certa inquietudine di base, una personalità forte, un… ghetto da cui uscire e una famiglia complicata. Insomma, avere Zlatan come modello di riferimento significa voler emergere a costo di grossi sacrifici.
Chissà se ci ha pensato bene Gianluca Scamacca, rappresentante della nouvelle vague bomberistica italiana. Scamacca è cresciuto nel vivaio della Lazio ma anche della Roma, espatriato a 16 anni in Olanda, rientrato in patria in tempo per prendere la patente, tesserato dal Sassuolo, passato alla Cremonese, tornato nella Eredivisie per un altro assaggino olandese, sbocciato nell’Ascoli, confermatosi al Genoa, affermatosi al Sassuolo, sfortunato in Inghilterra con il West Ham, rientrato in Italia, all’Atalanta, con evidenti ambizioni di Nazionale, nella quale ha debuttato grazie a Roberto Mancini.
Insomma, quanto a inquietudine ci siamo. Dopodiché, il fisico è quello giusto (1,95 come “l’originale”, qualche chilo in meno di Zlatan ma ci si può lavorare) e il bagaglio tecnico di prim’ordine, la personalità – pur avendo appena compiuto 25 anni – non difetta, i rapporti con il padre sono tesi (eufemismo).
Mancherebbe giusto il… ghetto, ma a questo ha pensato tempo fa Pietro Castellitto, che facendo largo uso del paradosso ha definito Roma Nord (Fidene, il quartiere capitolino che gli ha dato i natali, è nella parte settentrionale della Città Eterna…) “un Vietnam”.
E allora, andiamo a scoprire questo “Ibra de noantri” che potrebbe risultare importante pure per il nuovo Ct Spalletti, alla disperata ricerca di un ariete da vestire d’azzurro.
Un fisico bestiale
La prestanza fisica di Scamacca non è in discussione: 195 centimetri (come Ibra) e una novantina di chili non ammettono replica. Il fisico bestiale, per dirla con Luca Carboni, induce a pensare alla potenza di tiro, anche questa mai messa in discussione. Su YouTube è ancora disponibile il video che cristallizza un gol di Gianluca nelle giovanili della Roma fatto dal centro del campo, al momento del calcio d’avvio.
Tocco corto del compagno, il portiere avversario è un paio di metri fuori dalla porta e il bomberone non ci pensa due volte: da fermo, scaglia il pallone a palombella alle spalle dell’estremo difensore avversario. Un tempo si diceva: 1-0, palla al centro. Per lui, invece, funziona così: palla al centro, 1-0…
Dopodiché, Scamacca è ovviamente forte di testa, ma non è un “rapinatore d’area”, tant’è vero che buona parte dei suoi gol sono figli di tiri dal limite dell’area. Tutta “colpa” di un’inclinazione che lo accompagna da sempre, corretta grazie ai consigli di Roberto Muzzi, che lo volle con sé nei Giovanissimi regionali giallorossi strappandolo alla Lazio: «È stato lui a insegnarmi i movimenti giusti, soprattutto a giocare più vicino alla porta, perché io avevo il difetto di staccarmi e rientrare a centrocampo».
E non è finita qui, perché – anche se ancora manca il gol – il colpo di tacco, tanto caro a Zlatan, fa parte del suo già ricco repertorio.
Parenti serpenti?
Come accennato, lasciamo perdere il paragone tra Rosengarden, il ghetto tanto caro a Ibrahimovic, e Fidene, il quartiere in cui è cresciuto Scamacca, e concentriamoci sui rapporti familiari.
Zlatan è figlio di Sefik, un muratore di origine bosniaca, musulmano, emigrato a Malmö in cerca di fortuna, con una certa propensione all’alcolismo, e di Jurka, croata, cristiana e – pare – non sempre presente.
Ibrahimovic racconta la sua fanciullezza tra povertà, fame, maltrattamenti e problemi familiari legati all’alcol e alla droga, con il contorno di interventi da parte della polizia e degli assistenti sociali. Alla fine i genitori si separano e il giudice assegna Zlatan al padre: secondo il campione rossonero, il frigo è spesso vuoto, papà è spesso alticcio, ma Ibrahimovic junior da questi patimenti trae ulteriore slancio verso la sua splendida carriera e il rapporto tra i due non è mai stato in discussione.
Verrebbe da dire che è andata peggio a Scamacca, costretto in più occasioni a prendere le distanze dall’ala paterna della famiglia. Il primo caso, eclatante, il 17 maggio 2021.
I fatti nella ricostruzione del Corriere dello Sport: “Un lunedì pomeriggio surreale a Trigoria. Il padre di Gianluca Scamacca, centravanti del Genoa (in prestito dal Sassuolo), con un lungo passato nelle giovanili del club giallorosso, si è introdotto nel centro sportivo Fulvio Bernardini armato di una spranga. L’uomo ha cominciato a minacciare i presenti, spaventando anche alcuni ragazzi delle giovanili che stavano passando in quel momento davanti all’ingresso del centro sportivo. Momenti di paura all’interno di Trigoria, con gli addetti ai lavori che inizialmente si sono rifugiati nella guardiola, poi hanno cercato di tranquillizzare l’uomo e infine hanno chiamato la polizia.
Il padre di Scamacca (che indossava una felpa del Sassuolo Calcio e i calzettoni della Roma) si è introdotto intorno alle 19.30 nel centro sportivo dall’ingresso principale, scavalcando la sbarra che permette il passaggio dei calciatori e degli addetti ai lavori: ha danneggiato anche alcune automobili (quelle dei dirigenti Tiago Pinto e De Sanctis) che erano parcheggiate nel piazzale del centro sportivo rompendo i vetri, spaccando gli specchietti e provocando molte ammaccature sui suv. Il tutto urlando a squarciagola e minacciando i presenti, continuando a dare sprangate ai lampioni e addirittura alla statua della lupa capitolina presente all’ingresso del centro sportivo.
Non si conoscono ancora i motivi del gesto. Il padre del calciatore prima è stato bloccato da un uomo sicurezza interna della Roma (con un vero e proprio placcaggio rugbistico), poi è stato arrestato dagli agenti del commissariato Esposizione-Eur che lo hanno portato in ospedale per accertamenti. A suo carico, una denuncia per danneggiamenti”.
Il colpo di follia di papà Emiliano ha preceduto di qualche mese l’esibizione di nonno Salvatore, che il 18 novembre dello stesso anno è stato arrestato per aver minacciato con un coltello alla gola un uomo.
Il buon Gianluca ha tenuto a precisare: «Episodi violenti e inqualificabili con i quali non voglio e non devo essere collegato. Vivo da anni con mia madre e mia sorella e solo loro sono la mia famiglia». Insomma, gli riesce più facile liberarsi dalla marcatura degli avversari piuttosto che dal cono d’ombra paterno…
Uno sguardo al futuro
Per fortuna, Gianluca va valutato solo per quello che fa in campo e fuori e tutti i pareri sono concordi: un bravo ragazzo che sta facendo di tutto per evitare quello che potrebbe essere catalogato “fuoco amico”.
Gigi Di Biagio, ex tecnico della Nazionale Under 21, non ha dubbi: «Ritengo Scamacca fortissimo. Credevo in lui al punto da convocarlo molto presto in Under 21 (a 19 anni, ndr). Può diventare un centravanti di grandissimo livello. Ha la tecnica di un giocatore alto 1,75 e la fisicità di un giocatore alto 1,95, come è lui. È davvero completo: destro, sinistro, testa, attacca la profondità, ma gioca anche di sponda per i compagni. So che è un bravo ragazzo e un professionista esemplare, quindi la sua esplosione è solo questione di tempo. Somiglia davvero al primo Ibra, quello dell’Ajax. Se deve cercare una giocata, Gianluca non si fa problemi: la cerca sapendo di riuscire a eseguirla».
Un altro ex Ct lo seguiva con molta attenzione. A precisa domanda, Roberto Mancini non si tirò indietro: «Scamacca ha ottime qualità, sta migliorando molto. Ha tecnica, tiro, sa giocare “di squadra” e non si tira indietro se deve finalizzare l’azione. Potrebbe diventare un ottimo centravanti: a questo punto, dipende tutto da lui e mi sembra sulla buona strada».
Una strada che lo porterà a disputare gli Europei da protagonista? La domanda va posta a Spalletti…