Gianluca Leoni
Il tempo di lettura dell'articolo è di 4 minuti
Gianluca Leoni
Nel calcio delle bandiere, con quei giocatori che passavano la loro carriera correndo, segnando o parando sempre per gli stessi colori, merita un posto d’onore il Cesena, che dagli Anni 70 ai 90 tirò fuori dal Settore Giovanile un sacco di “prodotti” a Km zero, giovani della zona cresciuti e forgiati sotto il cavalluccio bianconero.
Per conferma, basta sbirciare nei primi posti delle presenze all time con la maglia cesenate: al primo c’è sua maestà Giampietro Ceccarelli con 591 gare di campionato, segue Adriano Piraccini con 376, quindi Giancarlo Oddi (unico non cesenate di nascita, essendo romano) con 256 e appena sotto il podio Gianluca Leoni con 254.
Il ragazzo di casa
Leoni nasce appunto a Cesena il 18-2-1965, cresce nel mito di Ceccarelli, con cui si ritrova in campo alla ventottesima giornata del torneo di Serie B 83-84, quando mister Tiberi lo fa esordire in prima squadra con il 3 sulla schiena e settantatré minuti nel 2-0 sulla Cavese.
Leoni è un centrocampista non molto fisicato, ma tutto cuore e polmoni, a Cesena se lo tengono stretto quel biondino che non molla mai e lui, come Ceccarelli e Piraccini, riesce a dimostrare che i profeti in patria esistono eccome; nel campionato cadetto 84-85 è già titolare della truppa affidata a Buffoni, 33 gare e una rete sono la conferma che il vivaio bianconero sa lavorare con i giovani.
La stagione successiva, ancora con Buffoni in panchina, Leoni colleziona 30 presenze, ma la squadra non va oltre un onesto ottavo posto.
La fatica di Maciste
Nell’86-87 arriva “Maciste” Bolchi al timone del cavalluccio e il Cesena, dopo spareggi, approda nuovamente in Serie A.
Il biondo centrocampista dà il suo contributo con 25 gettoni di presenza; in massima serie il Cesena si affida a Bigon, il quale ottiene un lusinghiero nono piazzamento e utilizza Leoni in 27 occasioni su 30.
Il mister punta su di lui anche nel successivo campionato, ma qui la sfortuna è in agguato e alla 16esima, durante Como-Cesena, si procura un grave infortunio al tendine d’Achille che mette fine alla sua stagione dopo sole 11 presenze.
La fatal Venezia
Completamente ai box per l’intero torneo 89-90, Leoni rientra alla quindicesima giornata della stagione 90-91, il Cesena fatica terribilmente a mantenere il passo salvezza e nonostante le 16 gare del biondo polmone di centrocampo retrocede in Serie B.
Finalmente nel campionato 91-92 Leoni è abile arruolato dal principio e Attilio Perotti ne fa punto di forza della sua squadra (35 presenze), che però non otterrà che un deludente ottavo posto; la stagione successiva parte sotto i migliori auspici, ma prima Salvemini e poi Vicini non riescono a dettare il ritmo promozione, così il Cesena conclude in nona posizione con Leoni in campo 33 volte.
Il ritorno di Bolchi per il 93-94 vede un Cesena protagonista fino alla fine, arriva a pari punti con il Padova ma perde lo spareggio per salire in A: la stagione di Leoni però finisce alla terz’ultima di campionato, quando per infortunio è costretto a uscire a Venezia.
Sarà la sua 254esima e ultima apparizione con la maglia della sua città, l’anno dopo infatti è nuovamente costretto allo stop e quando riparte (95-96) lo fa da La Spezia, C1 Girone A, dove prova a salvare (riuscendoci) i liguri dalla retrocessione assieme al compagno di mille avventure Davor Jozic.
Chiusura a Treviso
L’ultima tappa della carriera lo vede protagonista a Treviso, in una banda di terribili vecchietti (Ezio Rossi, Pradella, Fiorio, Margiotta ecc…) dove, agli ordini di Pillon, con 23 presenze contribuisce al ritorno in B dei veneti dopo oltre trent’anni; la successiva stagione Leoni chiude definitivamente con il calcio giocato, 7 presenze in Serie B, ultima delle quali il 7 giugno 1998 a Lucca e con la salvezza già in tasca da un pezzo. 254 presenze con la squadra della propria città, quella che ti ha cresciuto e per il quale hai sempre tifato… I Leoni mancano terribilmente al calcio di oggi!