Angelo Mattea, il numero uno nerostellato
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Angelo Mattea
Classe 1892, piede raffinato, visione di gioco e tocco buono, buonissimo! Angelo Mattea da Santhià ha scritto pagine indelebili della storia nerostellata, diventandone un simbolo che resiste all’impietoso passare del tempo.
Massimo goleador della storia casalese, giunge in Monferrato nella stagione 1912-13 per restarci un ventennio, interrotto solamente da una piccola parentesi tra Juventus, Torinese e Carrarese; in bacheca mette lo storico scudetto del 1914, cinque gettoni di presenza in maglia azzurra e il primo campionato di Serie B a girone unico.
Parola di nipote
Il nipote Claudio è un fiume in piena nel ricordare un nonno così importante. Vive a Torino, ma Casale ce l’ha nel cuore.
«Il nonno mi ha trasmesso l’amore per la maglia nerostellata, è stato il goleador di sempre e questo non mancava di sottolinearlo in ogni occasione, assieme a un gol che segnò al portiere juventino Combi dopo che, presa palla a metà campo, aveva saltato almeno sei uomini prima di entrare in porta con la sfera!».
Angelo Mattea fu anche tra i primi casi di “mercato che scotta”: lo acquistò il Genoa nel 1914, ma la Federazione bloccò tutto perché non si poteva giocare dietro compenso in danaro.
«Sì, il Genoa andò vicino al suo acquisto, ma per fortuna del Casale tutto sfumó; era un altro calcio, un altro mondo. Suo fratello era arbitro (Francesco Mattea, in Serie A dal 1918 al 1943 e tra i primi internazionali, n.d.r.) e la loro mamma ammoniva bonariamente il nonno così: “Tuo fratello sì che ha capito tutto, arbitra e arriva a casa con sempre qualcosa! Tu corri dietro alla palla per niente!“».
Trionfo a Berlino
Nel 1936, Angelo Mattea partecipa come vice di Pozzo all’Olimpiade di Berlino e la vince pure… «Di quell’avventura ha conservato per anni in un cassetto la foto che la squadra fece con Jesse Owens; Pozzo non voleva che la portasse in Italia perché aveva paura che qualcuno si potesse risentire, per fortuna non successe niente e oggi la conservo tra i ricordi più cari del nonno!».
Mattea si spense a Torino nel 1960, e la penna giornalistica del Ct Vittorio Pozzo quel giorno gli compose l’ultima lode! Anche Claudio ha giocato a calcio, «ma la stoffa il nonno non me l’ha passata, mi sono fermato ai dilettanti…».
Nelle foto, Claudio, nipote di Angelo, e la Nazionale Olimpica del 1936 con Jesse Owens (Mattea è il primo da sinistra)