Demetrio Albertini
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Complimenti, geometra!
Uno degli ultimi prodotti dell’oratorio, nel senso più pieno e positivo del termine. Demetrio Albertini, perno del centrocampo del Milan ora e per buona parte degli anni Novanta, viene dal campetto che sta di fianco alla chiesa del suo paese, Villa Raverio, in piena Brianza. Lì è cresciuto cominciando a dare i primi calci al pallone assieme al fratello maggiore, Alessio, poi ordinato sacerdote.
Un ragazzo quadrato, infatti è diplomato geometra, che ha fatto tutta la trafila nelle giovanili del Milan, lanciato a 17 anni in prima squadra da Arrigo Sacchi. Un anno a Padova, per prendere confidenza con il ruolo da leader (anche nella Nazionale Under 21) e poi il ritorno in rossonero, dove è cominciata la sua carriera da pluridecorato. Ed è un giocatore veramente completo.
Uomo di centrocampo a tutto tondo, sicuro e disinvolto in qualsiasi posizione. Regista, uomo di appoggio nei giochi a due, interdittore e, in misura minore, risolutore, quando gli capita la palla giusta sul piede destro oppure riesce a infilare una delle sue punizioni al veleno. Il classico elemento che fa girare tutta la squadra. Nelle ultime stagioni la sua stella si è offuscata un po’, forse a causa dei tanti impegni agonistici, ma il carisma e la leadership restano intatti.
Con 5 scudetti, una Coppa dei Campioni, una Supercoppa europea e tre Supercoppe italiane è uno dei grandi del calcio italiano di oggi.