Chi può batterci?
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Sono vecchio e malandato, ma la memoria regge abbastanza come sottolineò velenosamente Enzo Ferrari a Sandro Pertini in un incontro a Maranello: «Alla nostra età, presidente, o funziona il cervello o funzionano le gambe: vedo che lei cammina benissimo…».
Così vado a sfogliare il libro dei (miei) ricordi.
La prima decade degli anni Duemila sta per andare in archivio e ricevo una telefonata: «Gli americani comprano il Bologna». Il tempo di accendere il Pandino ed eccomi a Casteldebole.
Arriva Joe Tacopina, un malriuscito incrocio fra un wrestler e il protagonista della serie i Soprano. Dice: i giornalisti sono cattivi. Ah, sì? Joe si presenta da par suo, dopodiché parte la raffica di domande.
1) Lei dice di essere intermediario per conto di investitori statunitensi. Può dirci di chi si tratta? Risposta: silenzio.
2) Che cosa la spinge a pensare che il Bologna rappresenti un buon investimento? Risposta: silenzio.
3) Che cosa conosce del calcio italiano? Vista la sua discendenza (padre romano e mamma siciliana, se ricordo bene), da ragazzo tifava per qualche squadra? Risposta: silenzio.
4) Qual è il calciatore italiano che l’ha maggiormente colpita? Risposta: silenzio.
5) Non ci può dire chi sono gli investitori, ma almeno può dirci se in Italia avete già investito? Risposta: silenzio.
AH, NO, VI PIACEREBBE, INVECE JOE RUPPE IL DIGIUNO: «La scorsa settimana abbiamo acquistato un bar-ristorante in zona Stazione Centrale a Milano». Quella conferenza stampa piacque particolarmente a Cazzola, che se non ricordo male trattenne un milioncino per il disturbo.

Poi, un paio d’anni dopo, vidi spuntare Tacopina all’Olimpico: aveva comprato la Roma.
E infine una decina d’anni fa, rieccolo a Bologna con Saputo, che un mix del genere non può funzionare neanche nella cucina molecolare e infatti il signorile Joey ha staccato un bell’assegno per togliersi dai maroni Joe, che è andato a comprare la Spal.
Ricordo, nei giorni concitati dell’addio, che molti tifosi rossoblù ci rimasero male: a chi avrebbero fatto vedere i loro selfie con Tacopina? Non certo ai colleghi spallini, cancellati in queste ultime ore pure dai ranghi della Serie C…
Fin qui, Joe, che però oggi è costretto a cedere il passo a un altro Pezzo Grosso del calcio italiano, il presidente della Federcalcio Gabriele Gravina.
Ricordate, poco meno di due anni fa, gli insulti che rivolgeste al mio amico Mancini? Lo insultai anch’io, perché dimettersi senza spiegare i reali motivi significava accreditare la tesi che l’avesse fatto SOLO per i soldi (che pure erano tanti: per trasformare simpatici beduini in una Nazionale vincente non bastano tutti i soldi del mondo).
E oggi, che il Ct peggio vestito della storia azzurra (la giacca indossata agli Europei grida ancora vendetta) viene ESONERATO ancora non vi viene il dubbio che a prendersi un calcione nel sedere dovrebbe essere il lodato Gravina?
Che cosa poteva fare di peggio, il numero 1 della Figc?
Lo so: organizzare la partita di stasera contro la Moldavia a Ferrara invece che a Reggio Emilia.
E allora sì che nessuno avrebbe potuto batterli…