Inshallah. Ma se Dio non volesse sarebbe meglio…
Il tempo di lettura dell'articolo è di 4 minuti
Cristiano Ronaldo
Stamattina, sui quotidiani sportivi campeggia – giustamente – la notizia di Cristiano Ronaldo che si è venduto all’Arabia Saudita per un miliardo e passa di euro.
E a questo punto, se permettete, la vera notizia è un’altra: neanche il tempo di accompagnare Pelé alla sua ultima dimora terrena, è già il caso di iniziare i preparativi per un altro doloroso funerale, quello del calcio.
Forse nemmeno la riedizione di un bel Congresso di Vienna, quello organizzato per riportare il mondo all’epoca prebonapartina, potrebbe bastare.

Il calcio come gioco, come divertimento, come antidepressivo per i nostri problemi quotidiani, lo sappiamo ufficialmente da oggi, non esiste più.
Gli anni che verranno
Un Gigante come Lucio Dalla si era limitato a fantasticare “l’anno che verrà”; noi possiamo spingerci oltre.
Cristiano Ronaldo è un giocatore dell’Al-Nassr fino all’estate del 2025 (500 milioni di euro). Poi, invece di appendere la scarpe al chiodo come tutti, il portoghese diventerà ambasciatore di Arabia 2030 (a 200 milioni l’anno di euro per cinque anni).
Perché l’Intelleghenzia della Fifa, dopo aver sverginato il Mondiale facendolo giocare per soldi in Qatar, e in procinto di violentarlo con l’edizione 2026 che chiameremo Stameca (crasi di Stati Uniti, Messico e Canada) con 48 squadre al via, l’Intelleghenzia – dicevamo – sta cullando l’idea di organizzarlo nel 2030 suddividendolo tra Arabia Saudita, Grecia ed Egitto (la Grecia di Eva Kaili?). l’Intelleghenzia lo farà – versione ufficiale – per “promuovere il calcio in nuovi Paesi” o – più prosaicamente – per incassare un altro fiume di denaro?
La sua nuova casa
Già farebbe ridere pensare che uno che si chiama Cristiano vada a vivere nella culla dell’Islam, neanche fossimo al tempo delle Crociate.
Ma se questo non dovesse bastarvi, ecco la dichiarazione d’intenti del suo nuovo club: «Abbiamo fatto la storia. Questa firma non solo ispirerà l’Al-Nassr a ottenere grandi successi, ma la nostra nazione e le future generazioni saranno spinti a dare la miglior versione di se stessi. Benvenuto nella tua nuova casa, Cristiano».
Ve lo scrivo oggi, 31 dicembre 2022, così magari fra otto anni non farete gli scandalizzati come avete fatto per il Qatar: verranno cooptati nuovi schiavi per costruire altre cattedrali nel deserto, continueranno a essere calpestati i più elementari diritti civili, le donne saranno sempre relegate in retrovia e gli omosessuali, beh, lì fate voi.
Il Paradiso può attendere
Chiediamo aiuto a wikipedia per capire il clima (non in senso meteorologico) in Arabia Saudita: “Il wahhabismo di Stato in Arabia Saudita comporta una serie di misure ufficiali, miranti a garantire la rigorosa osservanza delle prescrizioni giuridiche e sociali islamiche degli abitanti del regno…
Il fatto più appariscente è la separazione esistente a livello pubblico e privato dell’elemento femminile, inserito a pieno titolo in ambito educativo e lavorativo nel tessuto istituzionale, ma tenuto a una rigida separazione dall’elemento maschile e a una sorveglianza da parte parentale.
Una donna fino al 2018 non poteva guidare un’autovettura, e tuttora non può fare acquisti da sola qualora le manchi un accompagnamento da parte di un componente della sua famiglia con cui sia illecito contrarre matrimonio…
Un altro fatto che spesso suscita reazioni negative e polemiche nell’ambito del mondo occidentale è la mancanza di edifici di culto non islamici (sinagoghe, chiese, templi di varia natura religiosa), salvo quanto è garantito all’interno delle strutture dell’Aramco (la società petrolifera statale)…
L’islamicità del regno trova una sua appariscente sottolineatura nell’istituzione dei mutawwīn, incorporati nel servizio civile della burocrazia saudita fin dagli anni Ottanta.
Con maniere talora assai spicce e ricorrendo talvolta anche a repressioni di tipo fisico, essi sono incaricati ufficialmente di sorvegliare che siano osservati alcuni precetti islamici di natura tanto giuridica quanto sociale, quali l’osservanza dell’obbligo delle cinque preghiere giornaliere (ṣalāt) da parte dei musulmani e la loro astinenza da cibo, bevande e fumo nel corso delle fasi diurne del mese di ramadan…
Le donne straniere subiscono pressioni crescenti perché indossino abiti che coprano braccia e gambe, e misure repressive possono essere adottate verso persone di ambo i sessi per il fatto di viaggiare insieme in autovettura”.
Il Paradiso può attendere. Morale della favola: Cristiano Ronaldo ha tutto il diritto di farsi coprire d’oro dai suoi nuovi padroni; noi abbiamo il dovere di impedire all’ingordigia della Fifa di ingoiare il nostro amato pallone.
Inshallah. Ma speriamo che Dio non voglia…