La Sampdoria non ci prova nemmeno: il Metalist passa il turno
Febbraio 26, 2009 di Giampaolo Campana
Inserito in Europa League, Sampdoria

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Domanda per gli appassionati di calcio. Vale la pena spendere tante energie per qualificarsi in Europa, e poi abbandonare alla prima salita?
La Sampdoria contro il Metalist partiva da uno svantaggio sicuramente pesante, con quello 0-1 dell’andata. Ma era dovere dei blucerchiati cercare di ribaltare il punteggio, o almeno provarci. La Uefa è una competizione difficile ed insidiosa e la Samp non è certamente attrezzata per arrivare fino in fondo alla coppa. Però…sorge più di un dubbio. Primo perchè i doriani sono partiti per Kharkiv senza Cassano e Palumbo, ovvero l’anima e il cuore della formazione di Mazzarri, come già a far capire ai tifosi di non illudersi troppo, quando magari una rimonta era possibile, anche se complessa. Secondo, la Samp si è qualificata ai sedicesimi di Uefa, dopo un girone eliminatorio che ha tolto energie utili per il campionato. Se non si ha fiducia nelle proprie capacità, allora perchè tentare, magari risentendo delle fatiche europee in campionato (come per altro è stato)?
La gara contro il Metalist dura un tempo. Davanti gioca, in coppia con Bellucci, quel Marilungo votato migliore giocatore del recente Torneo di Viareggio e che sicuramente avrà davanti a se un luminoso futuro. La Samp parte bene e sembra essere quantomeno vogliosa di mettersi in mostra. Marilungo e Dessena impegnano il portiere di casa Goryanov, ma niente di trascendentale. I blucerchiati si spengono presto e così il Metalist chiude il discorso qualificazione prima dell’intervallo.
Prima è Valyayev a battere Mirante dopo una bella triangolazione con la punta Jaja (30′), poi è proprio l’attaccante con il numero 50 a trasformare un calcio di punizione dai 20 metri. La palla è nel sette e Mirante non può nulla (41′). La partita di fatto si chiude qui, con una ripresa interessante solo per chi ha problemi di insonnia. L’avventura Uefa della Samp si ferma in Ucraina, anche se, c’è da crederci, forse era finita già prima che i ragazzi di Mazzarri prendessero l’aereo.